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Alabarde Camune - 04-059

Corso di tiro con l'arco

TECNICA DI BASE

Lezione 1 - : arciere fai-da-te? Ai ai ai ai

Succede così spesso: mi entra in palestra e si guarda in giro con un po' di timore e di apprensione, l'attenzione è catturata dai cinque o sei ragazzi sulla linea di tiro e dallo schiocco secco degli impatti delle frecce sui bersagli. Si guarda in giro, memorizzando gli altri indaffarati a montare gli archi ed il gruppetto immerso in arcane discussioni. Sono troppo esperto per non accorgermi subito di lui; ne colgo la decisione mista all'ansia fin dal primo sguardo. Gli do mezzo minuto: il tempo di archiviare tanti nuovi input registrati dal cervello e di decidere se gli conviene restare oppure…. darsela a gambe.«Salve! Vieni pure avanti» - gli dico poi.«Ho saputo che qui tirate con l'arco, anch'io ne ho uno e mi alleno in giardino; volevo qualche informazione..... »

Gli spiego che io sono uno degli istruttori, che la nostra è una Società Sportiva affiliata al CONI-FITARCO, che siamo una trentina provenienti da tutto il circondario di Darfo, che tesserarsi con la nostra Società è, naturalmente, la cosa migliore che può fare. Gli elenco anche i motivi per farlo e, credetemi, sono molti e tutti validi.«Ho in macchina l'arco, se vuole vederlo...... è molto bello! »Mi ritorna dopo due minuti, con la sua brava scatola di cartone sotto il braccio ed il mucchietto di frecce, sparigliate, nel pugno. Mentre apriamo la scatola mi dice che ha preso tutto da un rivenditore non specializzato. Gli spiego che l'arco è come una moglie: la devi prendere giusta per le tue esigenze fra le mille donne disponibili; purtroppo a lui hanno affibbiato una moglie sbagliata.

La scelta dell'arco è determinata da queste condizioni:

-cosa si aspetta l'arciere da questo sport

-il rapporto di misura braccio-avambraccio

-l'allungo delle sue braccia

-la sua altezza

Da cui derivano:

-arco in legno o in alluminio o compound

-lunghezza dell'arco in pollici

-potenza in libbre

Il modo in cui un neofita concepisce il tiro con l'arco mi aiuta ad indirizzarlo nella scelta tra un arco di legno oppure un arco di alluminio. Non consiglio mai di iniziare con un compound, benché con questo tipo di attrezzo si faccia meno fatica, perché non favorisce l'apprendimento della tecnica di base con le sue implicazioni mentali; questo può essere il secondo arco, ma MAI il primo. Come primo arco può andare bene anche uno dei dieci archi-scuola in dotazione alla nostra Compagnia: ne abbiamo di tutti i libbraggi, è gratis e mi permette di sviluppare le potenzialità dell'allievo nei primi tre-quattro mesi di esperienza. Passato questo periodo e deciso il tipo di arco, misuro l'allungo delle braccia e stabilisco lunghezza e potenza dell'attrezzo, anche in funzione di un possibile sviluppo fisico dell'arciere. Se i “sacri testi” mi indicano per un giovanissimo una lunghezza di – mettiamo - 64 pollici, gli consiglio un arco da 66, che può sfruttare per qualche anno di più e risulterà più commerciabile quando vorrà fare il salto di qualità. La potenza varia in base alla assiduità dimostrata nel seguire il corso d'istruzione: ai più agguerriti suggerisco un arco più potente, che dopo poche ore di confidenza riusciranno a dominare tranquillamente. Ma per chi inizia, sempre un arco da 20-24 libbre al massimo! Per chi ha un rapporto di misura braccio-avambraccio sfavorevole, consiglio il compound. Compilo personalmente una scheda con i parametri dell’arco adatto, che l'interessato consegnerà al negoziante specializzato presso il quale effettuerà l'acquisto.

Ed il nostro amico fai-da-te di cui abbiamo raccontato all'inizio? Ha sostituito il suo arco sbagliato con uno corretto senza rimetterci troppo e col nostro aiuto si avvia a diventare un vero e proprio "ATLETA", sulla lunga e ingannevole rotta che porta la freccia al centro perfetto del bersaglio. O comunque molto vicino. Del come, ne parleremo nelle lezioni successive!

| Lezione: 1 | Argomento: Corso di tiro |Inserito da: Franco Brescia

 


 

 

Lezione 2

chi insegna a chi?

Fin dalla prima lezione sento la necessità di instaurare un rapporto di estrema chiarezza col principiante, in modo da definire i ruoli di entrambi:« Salve, io sono uno degli istruttori Federali di questa Società e vorrei farti due domande; la prima è: perché vuoi tirare con l’arco? E la seconda è: cosa ti aspetti da questo sport? » Le risposte partono dalla gamma di più basso profilo ( mi obbliga mio padre, ma la cosa non mi interessa molto) alle medie (sono curioso di provare, poi vediamo come va) a quelle che fanno ben sperare (l’ho sempre desiderato, voglio diventare un campione).

Queste affermazioni indicano il suo livello di motivazione e determinano la quantità di sforzi che la Società dedicherà al neo-arciere. La nostra esperienza, maturata dall’anno di fondazione 1987, ci ha insegnato che investire ore e ore di addestramento su chi non ha voglia di ricambiare l’impegno, è una perdita di tempo per entrambi, quindi ad ognuno la sua giusta dose, ma sempre pronti a cambiare tattica in caso di una maturazione del principiante. Nella nostra palestra un cartello dice: “Rammentiamo che questa è una Società Sportiva, il cui scopo è di preparare arcieri per i massimi livelli agonistici. Richiediamo agli stessi un impegno che deve essere almeno pari agli sforzi sostenuti dalla Compagnia per aiutarli a raggiungere tale obiettivo.”

Ora tocca a me definire il mio ruolo, usando la frase:« OK, io sono disposto ad insegnarti, ma tu sei disposto ad imparare? »In uno sport individuale qual’è il tiro con l’arco, il rapporto arciere-istruttore si deve basare sulla fiducia incondizionata reciproca. E’ basilare che l’arciere capisca che l’istruttore darà tutto se stesso per fargli conseguire il massimo risultato possibile, e l’istruttore si sentirà professionalmente realizzato al raggiungimento del risultato prefissato. La strada da percorrere sarà lunga e piena di ostacoli, ci saranno piccole gioie e grandi delusioni, momenti di smarrimento e di euforia, ma l’arciere che avrà dimostrato la sua piena disponibilità avrà sempre il tecnico pronto ad aiutarlo. Nella fase di formazione richiedo che le mie indicazioni siano eseguite al meglio delle capacità dell’atleta. Sono convinto che è inutile correre avanti se non si sono consolidate le basi del tiro, perché si corre il rischio, magari nell’affrontare una gara importante, di andare nel pallone. In questi casi ci si aggrapperà alla tecnica di tiro che, se solida, ci terrà a galla. Spesso richiamo ad esempio un vecchio film: Karate Kid, dove l’anziano istruttore diceva all’allievo « impara a camminare prima di voler volare » e gli faceva passare la cera sulla macchina o pitturare la palizzata, trasmettendogli con questi movimenti l’essenza dell’arte marziale. Non sono però disponibile ad insegnare tutti i trucchi del tiro con l’arco a chi vuol fare di testa sua o si crede già arrivato, ma a questi non ho mai rifiutato l’appoggio nel momento che mi veniva richiesto.

Vale sempre la’affermazione: « io sono disposto ad insegnarti, ma tu sei disposto ad imparare? »

| Lezione: 2 | Argomento: Corso di tiro |Inserito da: Franco Brescia

 


 

 

Lezione 3

Sicurezza!

Il Codice Penale, art.585 –2°comma-n.2, classifica arco e frecce come "strumenti atti ad offendere dei quali è vietato il porto senza giustificato motivo" ed è proprio l'aggettivo "giustificato" che decide quando l'arco è un'arma e quando invece è uno strumento sportivo.

I nostri iscritti che detengono o trasportano l'arco da casa e sul campo di tiro hanno per l'occasione un giusto motivo: devono allenarsi con uno strumento indispensabile per lo svolgimento della pratica agonistica; sul loro tesserino, rilasciata dal CONI-FITARCO, è appositamente trascritta una dichiarazione legittimatrice in tal senso. Ma come potrà giustificarsi una persona qualsiasi sorpresa in un bosco a vagare con l’arco in mano?

Questo è uno dei buoni motivi per tesserarsi con una Società e, credetemi, ce ne sono ancora molti altri e tutti validi; ma ritorneremo spesso su questo.

Il discorso fin qui fatto si ricollega ad un argomento più ampio che è di fondamentale importanza nell'istruzione iniziale che faccio ai neofiti: la sicurezza. Già dalla prima lezione insisto con forza sul fattore sicurezza: il nostro sport è ufficialmente riconosciuto come quello in assoluto meno soggetto ad infortuni, e tutti noi vogliamo che resti tale. Quindi occhio a come se armeggia con l'arco quando si è sulla linea di tiro, mai tendere una freccia verso l'alto, mai correre con le frecce in mano, prestare attenzione alle stesse se si sono piantate nel terreno e soprattutto controllare che non ci sia il solito curioso alle spalle quando si estraggono dal bersaglio. Ma il massimo dell'attenzione bisogna rivolgerlo al di là della linea di tiro. Nella mia lunga esperienza di tiratore ne ho viste di tutti i colori:

-una freccia che colpisce un sostegno del cavalletto che regge il bersaglio e schizza via in qualunque direzione;

-un'altra scoccata per errore sopra la rete parafrecce, che si pianta a 130 metri dall'arciere;

-un curioso che va a vedere "che bel centro hai fatto" proprio mentre è in corso una volèè;

-un altro sprovveduto che scavalca le transenne, strappa il nastro di delimitazione dell'area di tiro e attraversa tutto il campo, con il motivo che «io di là devo andare! »;

-o quello che molla il pittbul per i suoi bisognini;

-eccetera, eccetera, eccetera

Un vecchio detto popolare inglese ammonisce:

....un'oncia di attenzione vale una libbra di cure....

E gli inglesi sono saggi in queste cose; proprio loro sono stati i primi grandi autori dello sviluppo delle basi fondamentali del tiro con l'arco moderno.

A loro si deve l'invenzione del Long-Bow, letteralmente "arco lungo",che ha permesso a questo popolo di dominare ai tempi del feudalesimo. Robin Hood usava uno di questi archi, e il romanzo tratto delle sue imprese è conosciuto in tutto il mondo; le sue doti naturali erano sicuramente centuplicate dall'uso del Long-Bow e da una tecnica di tiro perfettamente affinata.

Alla base di ogni buon tiratore c'è, sempre, una tecnica perfetta.

E di questa tecnica ne parleremo la prossima lezione!

| Lezione: 3 | Argomento: Corso di tiro |Inserito da: Franco Brescia

 


 

 

Lezione 4

Nudo, olimpico o illimitato?

Prima di muovere i primi passi nel fantastico mondo della preparazione psicologica e fisica alla ricerca della perfezione in una tecnica di tiro che assicuri all'arciere il massimo risultato, sono obbligato a ritornare sull'argomento della puntata precedente: la sicurezza.

Dopo aver letto la lezione sulle norme di sicurezza, mi hanno ricordato che un altro dei buoni motivi per tesserarsi è quello che gli associati sono coperti da una speciale assicurazione per i rischi di infortunio o danni!

E' un altro dei vantaggi offerti a chi è iscritto ad una Società della FITARCO.

Per la FITARCO, l'unica Federazione italiana per il tiro con l'arco affiliata al Comitato Olimpico Internazionale, esistono tre stili di tiro, che contraddistinguono ciascuno un arco diverso:

-arco nudo

-arco olimpico

-compound

Per arco nudo si intende un attrezzo che non offra alcun tipo di aiuto al tiratore per quanto riguarda la mira, la stabilizzazione, lo scocco. Saranno più inclini a questa specialità gli amanti della caccia e chi vuole potersi esprimere senza vincoli meccanici.

Per arco olimpico si intende un attrezzo che consenta al tiratore di usare sistemi con un riferimento alla mira, stabilizzazione e determinazione di allungo.

E' la specialità adatta a tutti.

Per compound si intende un attrezzo che può montare illimitati congegni che possano essere di aiuto alla mira, stabilizzazione etc. etc. Possono tirare con quest'arco particolari conformazioni fisiche e arcieri con il pallino della perfezione assoluta.

Il consiglio che do sempre ai nuovi arrivati è questo: imparate prima lo stile olimpico, che poi ne riparliamo. La perfetta padronanza dell’olimpico rende l'arciere in condizione di eseguire la tecnica di tiro classica, che servirà come base di partenza per passare poi eventualmente ad uno degli altri.

Comunque io dissuado i miei allievi dall'abbandonare subito lo stile libero, per diversi motivi.

L'arco nudo, ad esempio, è una specialità in lento declino e non è praticata alle Olimpiadi; le moderne tecniche di mira senza riferimenti meccanici ne hanno snaturato il principio, rendendolo quasi un doppione dell’olimpico. Anche il compound non è attualmente presente alle Olimpiadi; inoltre il costo dell'attrezzatura è notevole e i risultati minimi da ottenere per giustificarne l'utilizzo sono piuttosto alti; solo una anomala struttura fisica del braccio della corda può imporre questa scelta: quando cioè l'avambraccio è del 30% più corto del braccio e l'arciere è obbligato a portare la corda, in trazione completa, ben oltre la mezzeria del viso.

Tornando alla tecnica di tiro, io insegno per lo stile libero una sequenza classica con aggancio di tipo "mediterraneo".

I momenti sono sette, e precisamente:

1) POSIZIONE diritta del corpo con i piedi allineati col centro del bersaglio

2) ROTAZIONE della testa verso il bersaglio

3) ELEVAZIONE dell'arco, già armato, verso il bersaglio

4) TRAZIONE della corda fino alla mezzeria del viso

5) ANCORAGGIO e TRASMISSIONE DEL CARICO sulle scapole

6) MIRA e SGANCIO della corda

7) FOLLOW-THROUGHT mentale

Per ogni freccia occorre ripetere questo rituale, senza mai cambiare nulla nello svolgimento delle azioni. La cosa è talmente semplice che può sembrare ovvia: se io scocco le mie frecce nello stesso sistema, queste andranno a piantarsi nello stesso identico punto, cioè una dentro l'altra.

Pura utopia!

In realtà il rito di scoccare una freccia è notevolmente influenzato da una variabile indipendente dalla nostra volontà: la nostra stessa mente. Se ti distrai un attimo, se hai problemi sul lavoro, o in famiglia, se ti concentri troppo su di un punto della tecnica con l'intento di migliorarti, in pratica: SE PENSI, le tue frecce voleranno a casaccio.

Molti arcieri riescono a "vuotare la mente" utilizzando una specifica educazione mentale.

Ma come arrivare a questo ve lo spiegherò tra qualche lezione!

| Lezione: 4 | Argomento: Corso di tiro |Inserito da: Franco Brescia

 


 

 

Lezione 5

i magnifici 7

La lezione scorsa avevamo accennato alla tecnica di tiro, con riferimento specifico allo stile olimpico, come base per imparare a tirare con l'arco.

Avevamo elencato sette punti nei quali potevamo suddividere un'azione completa, e precisamente:

1) POSIZIONE diritta del corpo con i piedi allineati col centro del bersaglio

2) ROTAZIONE della testa verso il bersaglio

3) ELEVAZIONE dell'arco, già armato, verso il bersaglio

4) TRAZIONE della corda fino alla mezzeria del viso

5) ANCORAGGIO e TRASMISSIONE DEL CARICO sulle scapole

6) MIRA e SGANCIO della corda

7) FOLLOW-THROUGHT mentale

Ora ve li spiegherò dettagliatamente, sperando di essere chiaro.

1) POSIZIONE: ci si pone a cavallo della linea di tiro, avendo di fianco (a 12/15 metri) il bersaglio. Le punte dei piedi toccano una linea immaginaria che arriva al centro dello stesso L'arco è impugnato di solito con la mano sinistra, trattenuto ad essa da un laccio. La freccia è già stata incoccata sulla corda e la mano destra tiene questa con la punta di 3 dita, nella sequenza: indice - freccia - medio - anulare. Le altre dita non servono a niente e per evitare che diano fastidio all'azione si ripiegano all’interno del palmo della mano. Siamo perfettamente sull'attenti, con la testa diritta. Concentriamoci su quanto stiamo per fare.

2) ROTAZIONE della testa, e solo di quella, fin quando si arriva a vedere nitidamente il bersaglio, e qui ci si blocca. Fare alcuni respiri profondi con la parte bassa dei polmoni per rilassarsi meglio.

3) ELEVAZIONE dell'arco, avendo cura di non muovere il resto del corpo.Inquadrare il mirino sul centro,controllando se l'arco è tenuto perpendicolare. Controllare che le spalle non si siano elevate.Aprire la mano sinistra e rilassarla; l'attrezzo non cade perché è sempre trattenuto dal laccio.

4) TRAZIONE della corda fino alla mezzeria del viso, a contatto del centro del mento e della punta del naso. E' la corda che va verso la testa, non viceversa! Si continua a tenere il mirino nel centro. Controllare che la spalla dell’arco sia spinta verso il terreno.

5) ANCORAGGIO sul viso con dito indice sotto il mento, seguendone la curvatura col resto del dorso della mano tenuta diritta e rilassata. Chiudere le scapole fra loro e scaricare su esse tutto il peso della trazione.Controllare se l'arco è ancora perpendicolare.Controllare che il gomito della corda sia basso.

6) MIRA e SGANCIO della corda semplicemente allargando la punta delle tre dita che la trattengono. Se le scapole sono state chiuse bene, la mano della corda scatterà indietro tra collo e spalla. L'arco tenterà di seguire la freccia verso il centro, ma siccome è trattenuto dal laccio, ruoterà verso il basso facendo perno sul polso. La freccia è arrivata a bersaglio e se abbiamo lavorato bene si sarà piantata nel 10. Non c’interessa sbirciare il punteggio realizzato, tanto quel che è fatto è fatto, preoccupiamoci invece del:

7) FOLLOW-THROUGHT mentale.E' l'ultimo dei magnifici 7, è il più importante, è il sempre attuato dai campioni. Si resta fermi, con l'arco ancora verso il bersaglio e la mano della corda sulla spalla. Dobbiamo recuperare il pensiero, che avevamo allontanato sin dalla fase di elevazione perché non interferisse con il rituale, e analizzare come abbiamo tirato. Se siamo sicuri che tutto è andato bene, anche il punteggio sarà buono; ma se qualcosa non ha funzionato è il momento di fare autocritica ed impegnarsi per la prossima freccia ad eliminare l'errore. Non cerchiamo di dare la colpa all'attrezzatura, perché chi fa i punti non è l'arco, ma il tiratore! Ora si può ripartire con un'altra freccia.

A volte capita che un principiante partecipi alle prime lezioni, impari i sette momenti e poi non si faccia più vedere, credendo magari di essere già diventato un vero arciere. Pia illusione!

Il tiro con l'arco è uno sport molto divertente, ma ci si diverte di più quando si fa centro; per fare più centri occorre allenamento ma soprattutto essere costantemente seguiti da un istruttore esperto. Questo è uno fra i migliori motivi perciò io consiglio di provare a tirare con l'arco iscrivendovi presso una Società che vanti istruttori veramente preparati. Perché oltre ai 7 momenti sarà insegnato l'uso del clicker e del Berger, il tuning, come personalizzare lo stile e individuare gli errori commessi.

Ma tutto questo lo vedremo in un’altra lezione!

| Lezione: 5 | Argomento: Corso di tiro |Inserito da: Franco Brescia

 


 

 

Lezione 6

Ma quanto mi costi?!

Se come primo arco poteva andare bene anche uno dei dieci archi-scuola di legno in dotazione alla nostra Compagnia, passati i primi sei/sette mesi di esperienza il nostro mini-arciere sente già il prurito di possedere un attrezzo tutto suo, che dovrà essere, ovviamente, più bello di quelli che vede in mano ai suoi compagni più anziani. Solitamente comincia con un corteggiamento del tipo:

« Cosa ve ne pare di questa marca? Andrebbe bene per me?... » oppure,

« Tu non pensi che forse sarebbe ora che io comperassi... » e così via.

E’ solo l’istruttore che decide quando l'allievo è maturo per procedere all'acquisto dell'attrezzatura personale, e perché sia veramente pronto dev’essere convincente sul fatto che:

1) E' innamorato di questo sport

2) E' costante negli allenamenti

3) E' adatto a praticarlo

4) E' studioso, se frequenta la scuola.

Se difetta anche solo in uno di questi elementi, può mettersi il cuore in pace, perché non avrà un parere favorevole: troppi archi riposano nelle soffitte, residui di passioni fugaci, di capricci mondani, di scimmiottamenti vari. Ma per chi dimostra di impegnarsi veramente su questi quattro fronti nessuna esitazione: è incoraggiato immediatamente a fare il gran passo, e aiutato nella scelta del corredo che gli occorre.

Per un tiratore che ha ambizioni da agonista io consiglio il meglio, rapportato al fisico e alla disponibilità economica, tenendo presente che anche nel nostro sport "chi più spende meno spende".

- Parte centrale dell'arco in alluminio, colorazione economica

- Flettenti in fibra, o in carbonio per i più agguerriti

- Mirino di marca medio-alta

- Berger migliore esistente

- Clicker più economico

- Appoggiafreccia metallico medio

- 6 frecce in alluminio tipo X7

- Faretra a tubo la più economica

- Parabraccio corto in plastica economico

- Proteggidita in vulkolan con appoggio (rimovibile) per il mento

- Reggiarco a due asole

- Sousette

- Squadretta economica

Non spaventi questa lista così lunga; è il minimo che serve per praticare il nostro sport e nonostante parecchi elementi siano fatti di materiali tecnologicamente avanzati, il costo totale è relativamente contenuto. Si noti che i particolari che non servono a fare "punti" sono classificati economici, mentre altri devono essere al top.

Presso un rivenditore specializzato potrete trovare tutto il kit necessario ad un prezzo abbordabile. Provate a confrontare quanto costa il tiro con l'arco rispetto allo sci, o al tennis, o alla bicicletta.

Tenete però presente che qui siamo al massimo livello agonistico, che tutto può essere rivenduto con buon recupero del capitale, che non c'è bisogno di pagare altri servizi - tipo piste o campo di gioco - al di fuori della modica quota di tesseramento alla Società, ed avrete un arco che vi durerà una vita. Col passar del tempo e al raggiungimento dei primi risultati arriverà il momento che l'arciere sentirà il bisogno di introdurre un sistema di stabilizzazione per ottenere un'uscita delle frecce dall'arco senza che queste siano influenzate dalle normali vibrazioni e torsioni sviluppate dall'attrezzo a causa della corda in chiusura. Qui la scelta sarà legata unicamente alla disponibilità economica, che farà preferire l'alluminio, o il carbonio, o quanto di meglio offre il mercato. Si tratta di aste, pesi e ammortizzatori montati sotto l'impugnatura e/o sul flettente superiore. Non esistono testi che indichino quale tipo e che conformazione di stabilizzazione sia la migliore, occorre basarsi sull'esperienza dell'istruttore e poi procedere per tentativi di messa a punto. Esistono invece molti testi che aiutano l’arciere a scegliere la freccia più giusta, e questo passo è tra i più importanti della sua “carriera”.

Ma questo ve lo spiegherò la prossima lezione!

| Lezione: 6 | Argomento: Corso di tiro |Inserito da: Franco Brescia

 


 

 

Lezione 7

La freccia giusta

Per scegliere la freccia che risulti più appropriata al vostro arco occorre trovare la misura giusta di asta fra le svariate disponibili sul mercato.

La misura dell’asta è dipendente dalla lunghezza della freccia e dalla potenza del vostro arco.

Incoccate una freccia qualsiasi notevolmente lunga ed andate in ancoraggio.

Fate segnare dall’allenatore un punto sulla freccia, corrispondente al limite più esterno della finestra del riser, più (per i principianti) altri 5 mm.

La distanza tra l’incavo della cocca e questo contrassegno corrisponde alla vostra lunghezza della freccia (misura di taglio dell’asta definitiva, punta esclusa, in pollici).

La reale potenza dell’arco la potete calcolare empiricamente, tenendo conto che il libbraggio AMO (misurato all’allungo di 28” ) è sempre indicato sul flettente inferiore del vostro arco; a questo aggiungete o togliete:

Lunghezza freccia diversa da 28” (sommate o levate 2 libbre ogni pollice di differenza)

Arco basse prestazioni / vecchio = levate 4 libbre

Ora, per aiutarvi a scegliere l’asta, il vostro allenatore possiede una speciale tabella: è la Easton TARGET per il tiro targa, una tabella compilata in base ad esperienze pratiche sui campi di tiro.

Dopo aver determinato coi metodi già descritti la lunghezza della freccia e la potenza, ricercate su questa tabella la colonna relativa a: arco ricurvo/sgancio manuale. Scendete in basso nella colonna fino ad incontrare la casella in cui rientra il libbraggio teorico del vostro arco; se il vostro libbraggio coincide con il limite superiore scendete ulteriormente di un’altra casella.

Fate la stessa ricerca nella riga indicante la vostra lunghezza freccia. Se siete già scesi di una casella per il libbraggio, non spostatevi di una colonna per la freccia!

Nel riquadro di intersezione tra riga e colonna sono indicati diversi tipi e misure di freccia suddivisi in zone.

Tralasciando le aste al carbonio e le XX78, operate una selezione fra tutte quelle in alluminio X7 contenute nel riquadro usando questi criteri:

a) scegliete le più rigide [codice (A)], e fra esse

b) quella più comunemente usata [in neretto]

Per la punta sceglietene una con rapporto di equilibrio al 9%.

La cocca va scelta in base al tipo di corda e al suo numero di fili.

Per le alette scegliete una lunghezza media e piuttosto voluminose.

E’ possibile che i test di volo di questa freccia non diano risultati soddisfacenti; in base agli stessi sarà però possibile individuare un altro tipo di asta da testare, anche fuori dal riquadro derivato.

Ricordiamoci che stiamo valutando una freccia non definitiva che deve solo volare discretamente e ci serve per la prima messa a punto dell’attrezzatura.

L'importante è che questa attrezzatura concorra poi a limitare al massimo il fenomeno fisico detto "paradosso dell'arciere".

Di questo e della messa a punto ne parleremo alla prossima lezione.

| Lezione: 7 | Argomento: Corso di tiro |Inserito da: Franco Brescia

In Primo Piano

Ricordiamo che gli incontri settimanali sono alle ore 20.00, il martedì per tutti ed il giovedì per gli atleti.

La palestra si trova presso l'ex "Consolata", alle spalle della stazione ferroviaria di Boario Terme vicino al Centro Congressi.

Affiliazioni

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Campo di tiro

La Compagnia dispone di un campo di tiro 900Round adiacente al percorso Hunter+Field 12+12, in località Castellino a Darfo Boario Terme (BS), dispone inoltre di una palestra situata nell'edificio c/o ex "Consolata", poco distante dal campo di tiro.

Percorso H+F 12+12

La Compagnia vi invita ad usufruire del percorso fisso per tutto l'anno di Hunter+Field 12+12, formato da piazzole molto tecniche che, grazie all'ottima realizzazione e al buon mantenimento, lo rendono unico e divertente. E' immerso nella splendida cornice del parco del Castellino in via Alabarde, l'ideale per passare una bella giornata all'insegna del tiro in campagna.

Corsi

Sono previsti corsi da 8 lezioni che si tengono prevalentemente il lunedì presso l'edifcio ex consolata di Darfo Boario Terme (zona Boario Congressi), sede invernale della compagnia. L'attrezzatura di tiro è completamente gratuita. Siamo sempre disponibili per permetterti di provare questo sport, nei periodi piu' miti dell'anno i corsi si tengono anche all'aperto, al campo di tiro.

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